Piano: “Così ho scoperto me stesso: sono un uomo forte con le proprie fragilità”

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Il capitano dell’Allianz Powervolley protagonista del nuovo appuntamento di randstad sport con Jack Sintini.

MILANO – L’importanza di conoscere se stessi, affrontare le proprie paure, allenarsi mentalmente per ripartire con forza e determinazione: sono questi i temi principali affrontati nella diretta instagram promossa da randstad, partner di Powervolley Milano, con Jack Sintini, head of randstad sport, e Matteo Piano, capitano e centrale del team meneghino.

“Distanti ma vicini con lo sport che ci unisce” è l’iniziativa digitale di randstad: un confronto online con i campioni dello sport per provare ad affrontare argomenti di grande attualità in questo periodo di emergenza e declinare i valori dello sport che possono essere utili nelle sfide quotidiane. Si parte così dall’allenamento della mente: «È fondamentale allenarsi a livello mentale, è una parte di noi che conosciamo man mano che cresciamo e ci perfezioniamo, affinando il nostro modo di fare e di essere dentro e fuori dal campo. È tanto importante quanto lo è l’allenamento della parte fisica. Penso che ognuno di noi abbia i propri punti di forza, ma quello mentale è un aspetto che tutti noi dovremmo considerare». Ed è proprio la mente quella che ha aiutato Piano nel suo percorso di vita e nelle difficoltà, divenute poi sfide, della propria carriera: «L’ultimo infortunio che ho subito – prosegue Piano stimolato dalle domande di Sintini – mi ha dato in dote un periodo che al tempo stesso è stato bellissimo e difficilissimo. Bellissimo perché ho sentito l’affetto dei miei compagni e della mia squadra, ma difficilissimo perché ero in mezzo a persone sane che giocavano a pallavolo, che è quello che so fare e volevo fare. È un tempo bellissimo perché sono sempre stato focalizzato sul mio recupero, ma difficilissimo perché ora che la stagione è finita ho magari meno stimolo per tornare in campo per un campionato che è chiuso. Sicuramente ho cercato di prendere tutto in allegria, perché fa parte del mio modo di essere. Penso che ognuno con la propria esperienza può contaminare l’imprevisto. È ciò che noi facciamo quando ci capita qualcosa che ci rende delle persone speciali, ognuno con le proprie risorse». Un percorso in cui Matteo ha scoperto anche le proprie fragilità. «Si, è vero. Ma con la certezza che le proprie fragilità possono dare forza. Ed ognuno ha le sue. È importante sapere quali sono i propri punti vulnerabili e scoprire le cose che ci toccano, per intenderci quelle corde che non sono felicissime. Ognuno scopre se stesso, ed è anche bello capire le proprie fragilità. Mi sento forte ma allo stesso tempo mi sento fragile. Sono un uomo forte con le proprie fragilità».

Ma quale è il trucco per scoprire se stessi? «Parte molto dal carattere – prosegue Piano – : io probabilmente sono predisposto ad una apertura introspettiva. Non ho avuto paura di farmi domande scomode, anche se tante volte siamo bravi a nascondere la polvere sotto il tappeto. Quando giocavo a Città di Castello avevo già iniziato a lavorare con un psicologo. Ho iniziato poi ad approfondire il mio percorso con la psicologia dello sport e ho cercato di prendere me come esempio, scegliendo di affidarmi ad uno esperto. Bisogna essere umili nel sapere di aver bisogno e che qualcuno può aiutarti: da lì è iniziato un percorso che ha avuto il suo compimento per arrivare poi all’autonomia». Un’autonomia che oggi lo porta ad essere capitano dell’Allianz Powervolley Milano: «Non mi immaginavo capitano: ho scoperto nel tempo cosa significa esserlo. All’inizio ero molto concentrato su cosa fare bene o non bene, soprattutto perché facevo il paragone con i miei capitani del passato. Poi ho capito che dovevo essere semplicemente me stesso: ho sempre cercato di fare del mio meglio in quello che sono, provando a dare il massimo agli altri, ma al tempo stesso prendendo qualcosa dagli altri, ma sempre apprezzando la diversità. È una responsabilità, un onore che mi sento addosso, ma è un qualcosa di positivo». Chiusura dedicata all’attività extra campo, ai tanti progetti che coinvolgono Matteo: «Il mio ex allenatore Radici mi insegnò che dovevo stare bene fuori dal campo, per questo i progetti che porto avanti mi migliorano anche quando sono dentro al campo. Voglio essere un uomo felice, essere una persona buona».

VIDEO MATTEO PIANO – RANDSTAD SPORT:

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